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Giovanni Ercoli I MIEI CIELI SONO GRIGI
3/4 ottobre 2009 10,30/12,30 - 16,30/19,30 FERMO Via Pisacane 14
sabato 3 alle 18i Reading di poesia Enrica Loggi domenica 4 alle 18 i Il nostro tempo. Suoni registrati e sintetici. Andrea Strappa
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Enrica Loggi
Dedicato a Giovanni Ercoli
Davanti a questa pittura, escavazione della materia, ritmo interiore ripetuto in definizioni minime, è quasi doveroso soffermarsi in silenzio, scorrere meditandolo il lieve scarto tra immagine ed immagine in sequenza, immergersi in queste concrezioni del segno senza quasi pronunciarsi. Ci investe il tempo che idealmente trasporta le sequenze una nell’altra, ne cogliamo attimi, anni-luce, e la storia passa fino a noi, ci parla della sua intima pazienza, una domanda dell’essere all’essere.
Nei bianchi che si fanno grigi il paesaggio si porge con la forza di una scelta interiore.
La pittura di Giovanni Ercoli ci incontra quando siamo pronti ad uno speciale silenzio, soli con questa materia di tempo e luce in prossimità di una dimensione originaria, al primo definirsi di una voce che si va schiarendo senza mai rivelare appieno la sua parola e traducendosi in forma della mente, respiro della materia. Quasi una tregua che si scandisce, poggiando sulla leggerezza di un nulla, una cenere trascorsa, un perché che non si risolve altrimenti che tornando ad un’interna radice. Da questo punto l’immagine muove lentamente nello spazio come sabbia in una clessidra, a cercare il suo possibile infinito. Quello di Giovanni è un modo di riaffermare una remotezza, la distanza scelta da un mondo che ci lascia troppo spesso privi di senso, nell’affanno di ricreare un nuovo moto della coscienza, un punto ineludibile da cui ripartire per rianimare un sé profondo, nutrire il nostro fragile presente.